[Speciale] L’Apple iPad, dal punto di vista di un musicista.

l futuro device made in Apple si sono dette tante cose. Parecchie persone hanno espresso giudizi negativi, e positivi.
Spesso però questi giudizi sono stati dettati in primis da una sorta di “delusione” rispetto alle proprie aspettative, e in secondo luogo, dalla sbagliata collocazione del prodotto, che in questo caso, merita di essere messo in un settore nuovo, diverso da tutto quello che c’è ad oggi in commercio.

E se invece l’iPad riuscisse a conquistare nuovi settori, ed un nuovo target di persone?

Parlando da musicista, ho pensato ed analizzato a fondo le potenzialità che questo oggetto potrà tirare fuori, e ne sono uscite delle deduzioni alquanto positive.

Tornando al discorso iniziale, forse è ora di cominciare a guardare all’iPad come un prodotto completamente nuovo, e non alla gigantizzazione dei suoi fratelli minori.

Analizzando la situazione delle applicazioni attuali, possiamo già scorgere alcune applicazioni che anticipano quello che potrà essere l’iPad, e cioè un grosso schermo multitouch , capace di far girare applicazioni come sintetizzatori, drum machines e controlli remoti, supportato da una piattaforma di sviluppo eccezionale, performante e collaudata.

Ma veniamo subito al dunque , portandovi alcuni esempi che ho creato appositamente per voi. Prima però una piccola premessa… questo articolo non vuole assolutamente far intendere che una tastiera virtuale è paragonabile minimamente all’esperienza che i tasti fisici possono trasmettere, sensazione che ovviamente nessun device potrà mai offrire attraverso uno schermo.

L’iPad può essere una grossa tastiera virtuale.

Come ci ha già dimostrato l’iPhone (e l’iPod) , la tecnologia multitouch ci permette di sfruttare lo schermo come se avessimo fisicamente alcuni oggetti a disposizione. Una tastiera musicale, una tromba, le corde di una chitarra.

Quello che limita di molto questa esperienza, è lo scarso spazio a disposizione. Parlando di tastiere, sui piccoli schermi può entrarci a malapena una ottava… sul generoso schermo dell’iPad, invece, ce ne andranno probabilmente 3 o 4 , compresi gli strumenti, i volumi, le impostazioni, e chi più che ha più ne metta.

Perchè l’iPad, non dimentichiamolo, non permette semplicemente la “gigantizzazione” delle applicazioni, ma permette anche di sfruttare l’ampio spazio disponibile per aggiungere funzioni. E’ per questo che sono convinto che ne vedremo delle belle, dalle riproduzioni dei più famosi moogs, al porting di parecchi sintetizzatori già disponibili per pc/mac , che attualmente richiedono una tastiera esterna per funzionare.


L’iPad può essere trasformato tranquillamente in una party-station / virtual mixer.

Credo che il mockup che ho realizzato renda felicemente l’idea di cosa intendo. Immaginatevi un party, una playlist enorme (grazie alla capienza dei vari modelli) ed a un software dedicato al mixing / shuffle delle playlist.

Se vi dilettate in questo settore, sapete che ci sono programmi che permettono di usare tramite mouse una dj console virtuale per fare mix al volo (o in “differita”) , usati anche da professionisti. Il mouse ha il problema che potete però fare una sola azione alla volta.

Ora immaginatevi cosa potrà essere scratchare un mp3 muovendo il dito direttamente sui piatti, mentre con l’altro mixate, alzate, abbassate, regolate…. il tutto contemporaneamente. Semplicemente una goduria.


L’iPad come controller esterno.

Conoscerete sicuramente le applicazioni già disponibili per iPhone / iPod che permettono di usare il device come controller esterno, tramite wifi.

Posso portarvi l’esempio di applicazioni che permettono di avere un trackpad / mouse , o quella che porta la tavoletta degli strumenti di photoshop a portata di “dito”.

Ebbene, cari amici musicisti, ora immaginatevi un mixer completo del Logic, per portarvi un esempio, a portata di mano, sempre multitouch. Avere un controllo completo di quell’inviluppo, o dei volumi con precisione analogica, altro che mouse e tastiera.

Questa possibilità potrebbe valere l’acquisto dell’iPad. (per i non addetti ai lavori, prima che storcete il naso, un mixer digitale per fare la stessa cosa, costa parecchi soldi)

Solo questa funzione, apre prospettive incredibili, basta solo aprire la mente, immaginare, e sperare che ovviamente qualcuno lo implementi.

L’iPad come step sequencer.

Chi ha detto Lemur? 🙂 Gli step sequencer di ultima generazione, e touch, sono costosi, e svolgono una sola funzione. L’iPad apre virtualmente le porte a qualsiasi virtual instrument le case produttrici vogliano sviluppare. Il bello è proprio avere un solo device che però può eseguire vari step sequencer / drum machine, e chi più ne ha più ne metta.

Concludendo, cominciamo a guardare l’iPad con un occhio ed una mente più aperta, e cominceremo a vederne le infinite possibilità. In questo articolo ho parlato di musica perchè è il mio campo, ma gli stessi discorsi possono essere applicati ad una moltitudine di campi che non oso neanche immaginare. A voi la parola.

Francesco Graziani

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