I blogger non vanno in vacanza

Sgombriamo subito il campo da ogni possibile equivoco: questo post non ha -e non vuole avere- la dignità di una guida né tantomeno vuol essere una recensione delle varie applicazioni che verranno nominate. Piuttosto si tratta di un racconto; il racconto della nostra esperienza in un momento ed in una situazione un po’ particolari, per condividere e per invitare anche voi ad un confronto. Continuate dunque con la lettura, se volete sapere cosa ci è capitato e se anche voi volete raccontarci la vostra.

Tempo di vacanze, ma i blog non vanno in vacanza; soprattutto non ci vanno i blogger e quando ci vanno, di solito si organizzano per continuare a scrivere anche dalle località di villeggiatura più amene, siano esse montagne innevate, placide acque lacustri o bianchi arenili maldiviani.
Allora -pensa il nostro blogger- vediamo di organizzarci: certo non possiamo portarci il Mac Pro, però c’è il portatile della moglie che, sebbene monti Windows Vista, sarà più che sufficiente; e se proprio non si potesse abbiamo addirittura regalato -quando si dice un regalo boomerang- quell’orrido Net Book alla nonna … cosa vuoi che se ne faccia?
Ma l’imprevisto, come sempre, è dietro l’angolo ed è così che il PC della moglie è stato generosamente prestato ad una collega bisognosa e la nonna si è messa a smanettare con l’orrido-NetBook e non fa altro da mattina a sera (con buona pace del nonno).

Non ci rimane che iPhone 4, ovviamente con un piano dati finto-flat (poi vedremo perché) ed iPad 2 WiFi. Non sarà semplice, secondo qualche amico consultato per l’occasione sarà adirittura impossibile; chi scrive sa che, a fronte di un paio di blog “importanti”, generalmente se ne affiancano almeno altrettanti più personali, meno noti, usati come terreno di prova o semplicemente come svago … e adesso come farà il nostro blogger a scrivere su tutti i suoi blog?
Esclusa a priori l’opzione di gestire i blog direttamente con Safari, soluzione accettabile, nella nostra esperienza, unicamente per i blog più semplici (solo testo, per capirci) e probabilmente solo se hostati su Blogspot, proviamo a scaricare WordPress per iOS e BlogPress; la prima disponibile gratuitamente e la seconda al costo di 1,59 euro su App Store (lo diciamo subito: i soldi meglio spesi da quando possediamo un iPad).

WordPress viene scartata a priori. Perché? Senza un motivo valido, ovviamente; non stiamo preparando una recensione e quindi se una app ci sta simpatica la usiamo sennò la mettiamo da parte. In effetti la prima impressione è stata peggiore, sembra più incasinata, più difficile la scrittura (specie se dobbiamo inserire link, o immagini) anche se sappiamo trattarsi di una buona app che ha un pregio davvero notevole che non abbiamo invece su BlogPress: la gestione dei commenti.
Ma una volta deciso che dei commenti se ne occuperà qualcun altro (!) scegliamo di usare Blogpress (per dirla tutta, probabilmente ha influito anche il fatto di averla pagata; acquistare un’app per poi usare una sua concorrente gratuita … ); alla peggio, non dovesse funzionare, proveremo anche WordPress.
Ma non ne abbiamo avuto bisogno.

In realtà anche BlogPress non brilla per semplicità, e a causa della sua struttura  può succedere di pubblicare lo stesso post su due o più blog differenti; il problema è facilmente e rapidamente correggibile, sia da Safari che dalla app stessa, ma questo è il motivo per cui probabilmente qualche abbonato ai feed RSS di iPadItalia questa estate si sarà trovato un post sulla bontà del Mojito o un articoletto sul dramma dei figli che si mangiano le unghie …
Per il resto BlogPress permette di inserire facilmente link e offre alcune possibilità di formattazione del testo che, per le nostre esigenze, si sono dimostrate più che sufficienti.

Difetti: qualche crash (che nel nostro caso non ci ha mai fatto perdere dati), qualche errore nella formattazione del testo (il comando per il neretto va inserito manualmente, almeno per la piattaforma WP) e qualche occasionale capriccio -davvero non sapremmo come altro definirlo- per cui in un paio di occasioni l’app si è rifiutata di fare qualcosa, tipo selezionare delle categorie o aggiungere dei tag e non c’è stato verso di convincerla a fare diversamente.

Un problema più serio è stato l’impossibilità di recuperare le bozze se sul server ve ne erano già un numero elevato; la disposizione in ordine cronologico infatti poneva la nostra bozza al di fuori di quelle scaricate dall’applicazione, obbligandoci a falsificare la data della bozza per riaverla a disposizione.
Discorso diverso per le immagini: sebbene sia possibile modificarle leggermente con l’applicazione stessa, la cosa migliore è lavorarle e soprattutto ridimensionarle con una app specifica; noi abbiamo usato l’ottima Filterstorm (disponibile a 2,99 euro su App Store) ma con ogni probabilità vanno benissimo anche PhotoForge 2 (1,59 euro su App Store) oAdobe Photoshop Express (gratuita a questo link).

Già, alleggerire le fotografie è cosa fondamentale e sarebbe stato bello anche pensarci prima del patatrac; nella nostra esperienza abbiamo usato un piano dati di iPhone sfruttato da iPad grazie al Personal Hot Spot (che ha funzionato in maniera, dobbiamo dire, egregia!). Purtroppo si trattava di una piano dati che non a caso abbiamo definito finto-flat, ovvero uno di quelli in abbonamento a prezzo fisso che, una volta raggiunta una determinata soglia di traffico (sommando sia upload che download), ti riducono la velocità a tal punto che si fa prima a mandare un piccione viaggiatore con il manoscritto direttamente in redazione.
Ebbene, spulciando qualcosa in internet e spedendo qualche articolo corredato di fotografie non ridimensionate, il nostro bel giga di dati l’abbiamo raggiunto in molto (ma molto!) meno tempo dei trenta giorni previsti.

E la scrittura? Non ci dilungheremo su un argomento che è stato già molto dibattuto, ma ci limiteremo a comunicarvi la nostra soddisfazione nel constatare che la scrittura intensiva su iPad si è rivelata meglio del previsto; va detto che a volte, soprattutto se si scrive senza guardare il display, qualche lettera sfugge, specie quelle della riga più in alto (il sottoscritto ha avuto in particolare molti problemi con le lettere “R” ed “E”, tanto che a tratti temeva che fosse addirittura un problema di quello specifico pezzo di touch screen n.d.r.) ma nel complesso, sebbene siamo molto lontani da una tastiera fisica, possiamo comunque permetterci di scrivere anche a lungo senza eccessivi disagi.

Insomma, seppur partiti con qualche dubbio, dobbiamo dire di esserci ricreduti; iPad e le applicazioni che abbiamo scelto hanno fatto bene il loro lavoro (e speriamo di avere fatto altrettanto noi!) ed in definitiva non ci siamo mai trovati di fronte ad ostacoli insormontabili.
L’ultima cosa effettivamente necessaria, se non addirittura la più importante per poter scrivere in condizioni che potremmo definire non proprio ottimali, non la trovate su App Store e no, fanatici del jailbreak, questo non c’è nemmeno su Cydia.
Si tratta di avere qualcuno con un computer e soprattutto un sacco di pazienza; qualcuno che legga tutte le vostre mail, che chiarisca i vostri dubbi, che vi aiuti a risolvere i problemi e metta, quando serve, qualche pezza qua e là; serve qualcuno che ti dia una mano. Ma questa è un’altra storia.

 

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