Apple e la segretezza: da dove nascono i recenti “leak” dei nuovi prodotti?

Assieme all’attenzione per i particolari, un’altra delle caratteristiche storiche di Apple è da sempre la segretezza che anticipa il lancio di nuovi prodotti, la stessa segretezza che nel 2012 sembra essere venuta meno. Quali le motivazioni?

Non è più la Apple di una volta” dicono in molti. Noi non crediamo che in un’azienda come Apple possa cambiare tutto nel giro di poco più di un anno, ossia da quando Steve Jobs, ex amministratore delegato e co-fondatore di Apple, ha lasciato la conduzione dell’azienda a Tim Cook. È innegabile, però, che la “nuova Apple” dovrà andare avanti senza una figura molto importante come lo era quella di Steve Jobs, una figura sempre attenta ai particolari che mirava a stupire, a lasciare tutti a bocca aperta con le sue innovazioni in campo tecnologico. Di sicuro non sarà stato un anno facile all’interno di Apple: l’addio dello storico amministratore e leader spirituale si è andato a sommare all’entrata in scena di Tim Cook che, nonostante non fosse un novellino all’interno di Apple, si è ritrovato per la prima volta alla conduzione dell’azienda senza Steve Jobs.

Cook ha dovuto prendere decisioni difficili e delicate che in passato sarebbero state affrontate da Jobs con la sua classica determinazione e con testardaggine: fino ad oggi le scelte del nuovo CEO di Apple si sono rivelate quasi sempre corrette (ok, probabilmente Jobs non avrebbe lanciato Mappe in iOS 6 così come è ora). A dimostrarlo sono i numeri fatti registrare dall’azienda di Cupertino nel 2012: basti pensare, ad esempio, agli oltre 5 milioni di iPhone 5 acquistati nel primo fine settimana di vendita o ai 3 milioni di iPad di terza generazione venduti nei primi quattro giorni. Insomma, da essere un anno in cui molti pronosticavano (o auspicavano?) una flessione delle vendite dopo l’addio di Steve Jobs, il 2012 di Apple si sta rivelando uno degli anni migliori di sempre per l’azienda dal punto di vista delle vendite.

Nonostante le vendite floride, il 2012 di Apple non è stato sicuramente positivo dal punto di vista della segretezza. Con mesi di anticipo abbiamo conosciuto il design del nuovo iPad, quello dell’iPhone 5 e quello dell’ancora non annunciato iPad mini; di questi prodotti abbiamo scoperto con anticipo anche alcune caratteristiche tecniche (come la presenza del Retina Display sull’iPad di terza generazione oppure l’introduzione del processore A6 su iPhone 5) che hanno sicuramente contribuito ad affievolire l’effetto “wooooow!” durante gli eventi di presentazione dei prodotti, un particolare che non è piaciuto a Tim Cook, ad Apple, ma anche a tanti appassionati che speravano fino all’ultimo che i prodotti visti nelle settimane precedenti potessero non corrispondere a quelli reali. Non perché fossero “brutti o sempre uguali“, ma semplicemente perché l’utente Apple era abituato ad essere sorpreso, e non necessariamente con un nuovo design o funzioni particolarmente interessanti. La sorpresa poteva essere anche quella di trovarsi dinanzi ad un telefono praticamente identico al predecessore e di scoprirne le novità sotto il cofano pian piano che la presentazione entrava nel vivo. Era l’atmosfera del Keynote a catturare lo spettatore. La stessa atmosfera che quest’anno è probabilmente venuta meno.

Si può dire che Apple abbia peccato in termini di segretezza? Certamente, ma prima di farlo bisogna prendere in considerazione alcuni elementi. Rispetto al passato, Apple – ed in particolare Steve Jobs – ha cercato di ridurre sempre più l’attesa tra la presentazione di un prodotto e l’effettiva entrata in commercio dello stesso. Basti pensare al primissimo iPhone, presentato il 9 gennaio 2007 e distribuito ufficialmente a partire dal 29 giugno 2007. Ebbene si, dalla presentazione del telefono alla sua entrata nel commercio passarono diversi mesi che probabilmente servirono per creare quell’hype che tanto piace ad Apple. Ma al di la di questo, è evidente come negli ultimi anni si sia cercato di ridurre in modo importante i tempi di attesa tra la presentazione e il lancio di un nuovo prodotto Apple. L’iPhone 4, ad esempio, è stato presentato il 7 giugno 2010 ed è stato introdotto nel mercato mondiale a partire dal 24 giugno 2010. L’iPhone 5, infine, è stato addirittura commercializzato dopo soli 9 giorni dalla sua presentazione, avvenuta il 12 settembre 2012.

Tutto ciò è stato fatto per rispondere alle richieste dei clienti che chiedevano tempi d’attesa inferiori rispetto al passato e possiamo dire che Apple sia riuscita ad accontentare tutti sotto questo punto di vista. Ovviamente, però, per rilasciare un prodotto dopo pochi giorni dalla sua presentazione, la produzione di massa deve avere inizio con diverse settimane d’anticipo. Ciò significa che i fornitori di Apple ricevono richieste di produzione dei nuovi dispositivi con qualche mese d’anticipo in modo da essere pronti per il lancio dei nuovi terminali, siano questi iPhone, iPod, iPad o Mac. Una volta che i disegni sono stati inviati ai fornitori, Apple può esercitare senza dubbio un controllo sui sistemi produttivi, ma di sicuro non può impedire al singolo dipendente di diffondere un’immagine del nuovo iPhone o del nuovo iPad, nonostante questo tipo di comportamento violi la segretezza di Apple e metta a rischio la permanenza del dipendente nel suo posto di lavoro. Per ogni norma, essendo prevista una sanzione, è anche prevista la possibilità che questa non venga rispettata.

La scelta di voler fornire un prodotto nuovo in tempi rapidi al cliente ha sicuramente avuto i suoi lati positivi, ma a quanto pare, come confermato dallo stesso Tim Cook, le indiscrezioni che hanno praticamente svelato ogni aspetto dei nuovi prodotti Apple hanno allo stesso tempo danneggiato, seppur lievemente, le vendite dei prodotti dell’azienda di Cupertino. Anche i clienti sono rimasti delusi dall’assenza dell’effetto “woooow!” e dell’atmosfera da Keynote che ha contraddistinto il 2012 di Apple fino ad ora. Di sicuro non si tornerà a presentare un nuovo prodotto e rilasciarlo dopo mesi, ma Tim Cook dovrà senza dubbio escogitare un modo per impedire la diffusione delle immagini dei nuovi prodotti prima che questi vengano ufficializzati, in modo tale da evitare nuove perdite “morali” che per un’azienda come Apple, che da sempre coniuga la tecnologia con le arti liberali, sono importanti quasi come quelle economiche.

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